Un caro amico e grande collezionista kenparkeriano, Marcello Rufolo (conosciuto col nickname Patrick Wilding nel forum del sito Spirito con la scure), mi ha fatto pervenire un suo bellissimo articolo pubblicato, qualche tempo fa, in un numero del SCLS Magazine (magazine del sito Spirito con la scure).
Ed io, con grande piacere, lo pubblico nel nostro blog, certo di fare cosa gradita a tanti.Buona lettura!
VENT’ANNI DOPO
Non è il secondo capitolo della trilogia dei Moschettieri di Dumas, lettura che peraltro consiglio a tutti, ma l’ipotetico titolo della mia passione per Lungo Fucile. Correva infatti l’anno 1978 e un mio amico mi prestò il nr. 10 di un nuovo personaggio, dal titolo "LE TERRE BIANCHE". Fu una lettura che mi colpì molto (all’epoca avevo 11 anni), molto diversa dai miei eroi preferiti, cioè Zagor, Mister No, Alan Ford e Super eroi Marvel (la passione per Tex, quella vera, nacque molto dopo). Sentivo che c’era qualcosa di diverso, di profondo,una sensazione che avvertivo, in maniera minore, leggendo Mister No. Comunque, non diedi seguito a quell’albo, rimanendo in contatto con Ken attraverso e pubblicità sugli albi Daim Press. Per farla breve, mi riavvicinai a Ken con il suo ritorno alla Bonelli nel 1996, con lo speciale "I CONDANNATI".
Un’ altra storia dura, fredda come una lama, vera; ma l’amore, prepotente, nacque appunto vent’anni dopo "LE TERRE BIANCHE", nel 1998; era uscito da poco lo speciale "FACCIA DI RAME" che chiudeva le vicissitudini (maggiori quelle editoriali che quelle vissute sul fumetto, da parte di Ken…il che è tutto dire) del nostro eroe. In breve, recuperai la serie originale, la collana west, il Magazine e gli speciali conclusivi, leggendo e rileggendo quei capolavori assoluti che Berardi, Milazzo e Trevisan (sì, includo anche Giorgio, forse l’artista italiano più sottovalutato del mondo del fumetto) ci hanno regalato. Già, capolavori, perché Ken Parker è un personaggio insolitamente complesso e realistico, che subisce una profonda evoluzione nel corso della serie. Eroe poetico, con pregi e difetti molto umani, rappresenta uno dei punti più alti del fumetto in Italia e ha accompagnato nella crescita un'intera generazione, affrontando temi adulti, mai prima toccati, soprattutto da un western (che, per Ken Parker, era e resta uno sfondo, una scusa per narrarci ciò che ci circonda): omosessualità, razzismo, politica, ecologia, emarginazione, ecc. Un aspetto particolare di questo personaggio è che Ken Parker non è un personaggio cristallizzato, sempre uguale a sé stesso, rigidamente coerente e che mai invecchia. È anzi un uomo a tutto tondo, che modifica le proprie idee in seguito alle esperienze che vive, è immerso in un preciso momento storico e il tempo passa anche per lui. Conosciamo la sua data di nascita ed in ogni momento è possibile (attraverso riferimenti storici) calcolare, in modo sufficientemente preciso, la sua età. Ogni albo presenta momenti di intensa crescita, umana e sociale, ma in alcuni tale evoluzione tocca degli apici, come in "CHEMAKO", "UOMINI, BESTIE ED EROI", "LILY E IL CACCIATORE", "MILADY", "ADAH" (a mio parere il capolavoro assoluto della saga), "SCIOPERO", "UN PRINCIPE PER NORMA" (a livello grafico, forse il più bel fumetto mai realizzato inItalia)…ma se ne potrebbero citare almeno altrettanti.
Ken Parker è un personaggio dei fumetti western creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo.. La prima uscita dell'albo omonimo nelle edicole italiane è del 1977 con l'episodio intitolato "LUNGO FUCILE". I due autori si ispirano, originariamente, al personaggio del trapper Jeremiah Johnson nel film "Corvo rosso non avrai il mio scalpo" (1972), diretto da Sidney Pollack ed interpretato da Robert Redford (di cui Ken ha anche i tratti somatici). Ai suoi disegni si alternano diversi personaggi importanti del fumetto italiano oltre a Milazzo. Vanno citati perciò Giorgio Trevisan, Giancarlo Alessandrini, Bruno Marraffa, Carlo Ambrosini, Sergio Tarquinio e alla sceneggiatura la partecipazione di Alfredo Castelli e Tiziano Sclavi. Le vicissitudini editoriali causarono la chiusura della serie regolare al numero 59. Successivamente la serie ha avuto una coda su uno specifico magazine (Orient Express), sempre della Bonelli, e su varie riviste. L'albo ha avuto varie ristampe, una delle quali Ken Parker Serie Oro, e successivamente è uscita una nuova collana con avventure inedite chiamata Ken Parker Magazine autoprodotta dagli stessi autori e successivamente rilevata sempre da Bonelli che ha anche pubblicato quattro speciali semestrali con racconti inediti (l'ultimo è uscito nel gennaio 1998). Poi, nel 2003, la Panini Comics ha pubblicanto la ristampa Ken Parker Collection.
In totale sono state pubblicate 90 storie di Ken Parker: 59 nella prima serie "storica", fra il 1977 e il 1984; poi 8 storie fuori serie uscite fra il 1984 e il 1987, cioè "QUACK", "UN PRINCIPE PER NORMA", "DOVE MUOIONO I TITANI", "UN ALITO DI GHIACCIO", "CUCCIOLI", "SOLEADO", "LA LUNA DLLE MAGNOLIE IN FIORE" e "PALLIDE OMBRE", le ultime 4 facenti parte della quadrilogia "IL RESPIRO E IL SOGNO"; 17 storie nella seconda serie Ken Parker Magazine (anni '90); poi 4 storie uscite in altrettanti Speciali (1996-1998); infine le 2 ministorie "IMMAGINI" (in appendice a Ken Parker Magazine) e "LA LEGGENDA DI KENISSUAQ" (in Ken Parker Collezione).
In totale sono state pubblicate 90 storie di Ken Parker: 59 nella prima serie "storica", fra il 1977 e il 1984; poi 8 storie fuori serie uscite fra il 1984 e il 1987, cioè "QUACK", "UN PRINCIPE PER NORMA", "DOVE MUOIONO I TITANI", "UN ALITO DI GHIACCIO", "CUCCIOLI", "SOLEADO", "LA LUNA DLLE MAGNOLIE IN FIORE" e "PALLIDE OMBRE", le ultime 4 facenti parte della quadrilogia "IL RESPIRO E IL SOGNO"; 17 storie nella seconda serie Ken Parker Magazine (anni '90); poi 4 storie uscite in altrettanti Speciali (1996-1998); infine le 2 ministorie "IMMAGINI" (in appendice a Ken Parker Magazine) e "LA LEGGENDA DI KENISSUAQ" (in Ken Parker Collezione).
In definitiva, più che un eroe di carta, Ken è un compagno di vita, quello più vero, che ha trasceso i confini dell’immaginario collettivo per materializzarsi, attraverso i suoi ideali, le sue virtù, i suoi difetti e le sue contraddizioni, in quell’amico che tutti vorremmo avere. E proprio con le parole di un mio grande amico, il superbo Raglan, maestro anch’egli, voglio concludere questo mie righe. Grazie Vito, per il tuo contributo.
"Un personaggio. La cui anima pioneristica, la voglia di conoscere uomini e nuovi mondi, di guardare il mondo al di là della cruda storia fatta di poteri e sopraffazioni.
Un testimone di un epoca pioneristica fatta soprattutto di rinunce, di sopraffazioni, di sistematico genocidio del popolo rosso.
Un personaggio che non ci ha mai raccontato quel West. No. Ci ha preso per mano, ci ha portato dentro quell'odore del sangue e delle immense praterie.
Un uomo come gli altri. Con le sue paure e i suoi traguardi, conscio delle vicissitudini e delle debolezze umane. Un uomo che si è spogliato di se per aiutare gli altri. Con lui ci cacciavamo nei guai ed insieme trovavamo dei rimedi.
Un uomo che inconsciamente tirava fuori da noi quel bene supremo, del rispetto degli altri, spesso nascosto da paure di non sentirci come gli altri. Un sognatore.
Più si allontanava dalla civiltà, attraversando praterie e luoghi selvaggi di un Canada fatato, più la civiltà con i suoi egoismi lo riacciuffava. Non poteva e non ha potuto, quest'uomo, risolvere l'arduo compito di decidere tra realismo e idealismo, tra teoria e prassi. Ma ci ha dato la forza di guardare ,attraverso quelle storie in noi stessi e di farci prendere, da ragazzi, impegni solenni di vita.
Un testimone di un epoca pioneristica fatta soprattutto di rinunce, di sopraffazioni, di sistematico genocidio del popolo rosso.
Un personaggio che non ci ha mai raccontato quel West. No. Ci ha preso per mano, ci ha portato dentro quell'odore del sangue e delle immense praterie.
Un uomo come gli altri. Con le sue paure e i suoi traguardi, conscio delle vicissitudini e delle debolezze umane. Un uomo che si è spogliato di se per aiutare gli altri. Con lui ci cacciavamo nei guai ed insieme trovavamo dei rimedi.
Un uomo che inconsciamente tirava fuori da noi quel bene supremo, del rispetto degli altri, spesso nascosto da paure di non sentirci come gli altri. Un sognatore.
Più si allontanava dalla civiltà, attraversando praterie e luoghi selvaggi di un Canada fatato, più la civiltà con i suoi egoismi lo riacciuffava. Non poteva e non ha potuto, quest'uomo, risolvere l'arduo compito di decidere tra realismo e idealismo, tra teoria e prassi. Ma ci ha dato la forza di guardare ,attraverso quelle storie in noi stessi e di farci prendere, da ragazzi, impegni solenni di vita.
Grazie Ken. Un caloroso abbraccio."
Grazie a te, caro Vito.
Grazie a te, caro Vito.
Marcello "Patrick Wilding" Rufolo
Nessun commento:
Posta un commento