sabato 18 aprile 2015

Presentazione del volume "Fin dove arriva il mattino" Mondadori Comics


VENERDI’ 17 APRILE ALLE ORE 18.30
Milano, Mondadori Megastore P.zza Duomo 1
Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo hanno presentato in esclusiva il volume conclusivo della collana Ken Paker “Fin dove arriva il mattino” Mondadori Comics

momenti della presentazione del volume Ken Parker n.50 Mondadori Comics "FIN DOVE ARRIVA IL MATTINO"


Riporto da FB il post di Vittorio Silvestri, presente all'evento:

Che emozione ragazzi, che emozione...
Vederli li, a pochi passi da me seduto in terza fila, mi ha rasserenato la giornata. Ma che dico, la settimana. Ma che dico, di più, molto di più!
Sala gremita e in mezzo a lettori, giornalisti e addetti Mondadori Comics, un fan d'eccezione: Vinicio Capossela

Iniziano le domande...

La prima è di un lettore di vecchia data come me (ma più anziano di me) che chiede come mai Ken Parker non abbia avuto lo stesso successo di Tex. La risposta di Berardi e Milazzo è fin troppo scontata:
"Tex è imbattibile!

La seconda è di un ragazzo che chiede che fine abbia fatto Teddy Parker. La risposta di Berardi è per niente ovvia e scontata:
"Non sempre i figli ritrovano i loro padri."

La terza domanda, quella scomoda e antipatica che so molti di voi avrebbero voluto porre è la mia:
"Discutendo in vari social e forum, ho potuto considerare che per molti Fin dove arriva il mattino è un capolavoro ma per molti altri una grande delusione. Delusione dovuta al fatto che dalle dichiarazioni riportate in alcune interviste, sembrava che l'intenzione iniziale fosse quella di diluire la conclusione della collana in più albi e dare una risposta ai vari punti lasciati in sospeso (prigionia, Teddy, Belle, genitori di Ken, ecc...). Il cambio di direzione ha dato l'impressione ai più che con la morte di Ken voi autori (Milazzo soprattutto) abbiate voluto mettere la parola fine, forse perchè stanchi del personaggio e stanchi dei solleciti dei lettori che chiedevano da anni a gran voce il ritorno di Lungo Fucile. Insomma una sorta di E ADESSO NON CI ROMPETE PIU' GLI ZEBEDEI!"

La risposta di Giancarlo (prima) e Ivo (poi) un pò risentiti...

Giancarlo: "Potevo scrivere il finale in due modi. Uno, quello edulcorato e favolistico con Ken che esce di prigione, ritrova suo figlio Teddy, ritrova Pat O'Shane splendida 50enne, ritrova Dash o magari suo figlio, e nell'ultima scena che saluta tutti i propri lettori mentre cavalca verso nuove avventure. Oppure scrivere un finale in sintonia con quella che è stata una prerogativa del mio modo di scrivere. Non amo i lieto fine e chi conosce Ken Parker sa che non ho mai scritto una storia per assecondare il gusto dei lettori (per quello c'è Tex che lo fa benissimo) ma per assecondare i miei.   
La storia si è scritta da sola e fino a 10 pagine dalla fine non sapevo ancora come sarebbe terminata. Ken ha una pallottola in pancia e tutto lascia pensare che morirà ma in realtà non so cosa accadrà. C'è un'aurora che sta nascendo...un nuovo giorno...Ken lo attende con gli occhi aperti... Ho pianto quando ho scritto la parola fine e sono andato a fare una passeggiata in riva al mare. Ken è stato mio figlio, mio fratello, mio padre. Le critiche di cui mi parli, giovanotto sono critiche da bar adatte alle diatribe sulle partite di calcio."

Ivo: "Sono sempre orientato verso nuovi stimoli e non vivo serenamente la serialità, anche se è stato proprio grazie a quella se oggi sono qui. La vita ci riserva sempre delle sorprese e non so se io e Giancarlo torneremo mai a lavorare insieme. Posso solo dire che per me Ken non muore...ricordatevi che successivamente a questa storia, qualcuno andrà a trovare Ishi a San Francisco sulla sua tomba. E quel qualcuno è un uomo alto e biondo... Comunque, al di la di tutto, reputo questo finale assolutamente in linea con quella che è stata l'intera saga."


Vinicio Capossela con Berardi e Milazzo


mercoledì 15 aprile 2015

La fine di Ken Parker: la parola agli autori...

Come era lecito aspettarsi, dopo l'uscita dell'inedito n.50 Ken Parker Mondadori "Fin dove arriva il mattino" in rete c'è molto fermento tra i fans di Lungo Fucile. Addirittura vi sono fans arrabbiati con gli autori perchè dal loro punto di vista Berardi e Milazzo c'hanno consegnato un epilogo non da Ken! 
Vi sono due principali correnti di pensiero, quasi due fazioni. Da una parte coloro che si aspettavano (o forse sarebbe meglio dire si auguravano) un finale completamente differente e in generale un albo  che, dopo tanta attesa, vedesse protagonisti alcuni personaggi storici, tra tutti Pat e Theba e dall'altro coloro i quali, pur sorpresi, accettano di buon grado quest'albo e ne tessono le lodi. 
Il sottoscritto si pone in questo secondo gruppo di persone (ma ciò ha poca importanza).

Pat & Ken


Per spiegarci alcuni passaggi, per fare un pò di chiarezza su alcuni punti, ci vengono in soccorso gli autori Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo in una interessantissima intervista pubblicata nel blog Mondadori Comics


"La sceneggiatura giungeva man mano che realizzavo le tavole. 
Le ultime sei pagine sono arrivate a gennaio 2015. Il ciclo di questa saga dal percorso riccamente variegato o accidentato, a seconda dei punti di vista, ha concluso la sua corsa e il finale non avrebbe potuto essere diverso, se non in linea con le caratteristiche dell’ uomo Ken Parker." 
Ivo Milazzo 
(dal blog Mondadori Comics)


"Quell’alba è una speranza, qualcuno potrebbe vederci 
Il Sol dell’Avvenire di una nuova società più equa e pacifica. 
Io ci vedo il segno di una continuità nella quale l’essere umano si è sempre rinnovato, preparandosi ad affrontare le nuove sfide che la lotta spietata per la vita ci impone.
Giancarlo Berardi
(dal blog Mondadori Comics)


L'intera intervista qui sul blog Mondadori comics. Buona lettura. 


lunedì 13 aprile 2015

Fin dove arriva il mattino


"Fin dove arriva il mattino"

Dopo tanta attesa è finalmente uscito l'inedito di Ken Parker!!
Col n.50 della collana Ken Parker Mondadori si chiude la magnifica (e travagliata) saga di Lungo Fucile



Difficile, dopo averla letta, commentare una storia come questa senza emozionarsi. Per quello che rappresenta (la fine di una saga storica) ma soprattutto per quello che è: un vero e proprio, inaspettato, pugno nello stomaco!
Una storia "scomoda", pure non facile da accettare per i fan di Ken e che in rete sta dividendo e facendo discutere lettori e addetti ai lavori. 
Si tratta di una storia affatto consolatoria, tutt'altro, che non ci lascia sereni, appagati, col sorriso sulle labbra. Probabilmente non è neppure la storia che tutti, o quasi, noi ci saremmo aspettati di leggere. O avremmo voluto leggere. Questa è la storia della morte di Ken Parker!! 
Di un uomo, prima ancora che di un personaggio a fumetti, che non è mai stato un eroe o almeno non come convenzionalmente raffiguriamo noi tutti un eroe. Ken Parker è infatti un uomo come noi, con le sue fragilità, le sue debolezze, le sue incertezze e che commette errori, spesso pagati a caro prezzo. E chiaramente con i suoi problemi fisici, i suoi acciacchi. Sissignori, perchè anche Ken, come noi, invecchia e fisicamente ormai sessantenne non può più avere la verve, la prestanza fisica di quando aveva 30 o 40 anni. Non sarebbe neppure credibile. 
Ken è ormai una persona che si appresta ad entrare nella cosiddetta terza età, provato da tante vicissitudini personali, da una vita condotta in solitario, piena di sofferenze non soltanto fisiche. E soprattutto è un uomo uscito da poco dalla prigione. 20 anni di prigione, dura, fredda, ove ne ha viste e vissute di tutti i colori e dove la dignità delle persone viene quotidianamente calpestata da altri uomini prepotenti e privi di una qualsiasi forma di umanità. Persone crudeli che si divertono ad umiliare e sottomettere altre persone. Godono della sofferenza altrui. Dove ogni giorno è possibile imbattersi in storie di violenza e sopraffazione. E inevitabilmente tutto questo, in 20 anni, ti cambia. Fuori e soprattutto dentro. 
                                             

E infatti Ken appare cambiato, stanco, indebolito. 
Durante l'evolversi della storia noi tutti avremmo voluto che il nostro si ribellasse da un momento all'altro dai soprusi che vengono sistematicamente perpetrati ai danni delle due donne. Una delle quali è solo una ragazzina! Dai Ken, impugna il fucile e falli fuori tutti, ci viene quasi da invocare...
Ma niente da fare. Ken non muove un dito, sembra quasi disinteressarsi di quanto avviene attorno a lui. 
Perchè? 
Perchè non può farlo!! Ormai non riesce quasi più a cavalcare, si porta dietro dolorosi fastidi alla schiena. In più è ferito. E stanco, tanto stanco. Non ce la farebbe proprio da solo, in quelle condizioni, contro un gruppo più numeroso e armato. E probabilmente più giovane e in forze di lui. E cosi, saggiamente dico io, vigliaccamente direbbe qualcun altro, decide di attendere un eventuale prossimo momento propizio per fare giustizia. Per fare ciò che, ne sono convinto, dentro di lui desidererebbe fare fin dal primo istante. Potendo... Conscio che probabilmente tutto ciò potrebbe costargli molto caro. 
Commovente il finale, tragico, duro, crudo, ma pure con risvolti positivi e che infondono speranza. Perchè dopo il buio arriva sempre la luce ed il nuovo giorno arriva a porre fine a quella buia, triste, notte. 
Bellissimo!!
Certo un finale "scomodo" che per molti aspetti lascia l'amaro in bocca e che ha fatto indignare più di una persona, ma signori...Ken Parker è sempre stato fuori dal coro, straordinario.
Ed io l'ho amato anche per questo. Soprattutto. 

                               

"Potevo andare in molte direzioni", spiega Giancarlo Berardi, "ma non ho voluto fare un’operazione sentimentale o autocelebrativa. Ho preferito fare una storia secca, dura, dando un finale logico a quest’uomo che ha la mia età, 65 anni". 

"È un uomo cambiato, ha scoperto di essere fragile. Ma i suoi ideali non muoiono con lui: nel finale c’è quel sole all’orizzonte, lui dice: “ho sempre amato la luce dell’alba”. La speranza è là, in quell’alba che sta arrivando e che magari io non vedrò ma che vedranno i ragazzi di oggi che sono i figli di tutti e che sono l’unica speranza che abbiamo". 

"E quando la storia finisce", aggiunge Ivo Milazzo, "Ken Parker ha gli occhi ancora aperti, guarda il mondo: non si è arreso".




"Ken è una persona che ha vissuto tempi difficili, 
con dei talenti che gli hanno permesso di sopravvivere. 
Tenendo un solo punto fermo: la dignità". 
Giancarlo Berardi



So long Ken